“Non l’abbiamo fatto per i soldi”: i genitori di un bambino di 8 anni, vittima di violenza in una scuola di Lanciano, ottengono giustizia dopo sei anni. Il tribunale riconosce la responsabilità dei docenti

Il tribunale dell’Aquila ha condannato il Ministero dell’Istruzione a risarcire con 16 mila euro la famiglia di un alunno vittima di violenza in una scuola primaria di Lanciano, in provincia di Chieti.

I fatti risalgono al 2018, quando il bambino, all’epoca di otto anni, fu colpito con un pugno al naso da due compagni di classe di sette anni al termine dell’ora di educazione motoria. Un episodio che non rappresentava un caso isolato: il piccolo era già stato oggetto di derisione in passato da parte degli stessi compagni.

La gravità dell’accaduto emerge non solo dal gesto in sé, ma soprattutto dall’assenza di intervento da parte del personale scolastico. Furono i genitori, una volta fuori dalla scuola, a notare le ecchimosi sul naso del figlio. La successiva visita al pronto soccorso rivelò una frattura delle ossa nasali, certificando la serietà dell’aggressione subita.

“Non l’abbiamo fatto per il risarcimento”, hanno dichiarato i genitori al quotidiano ‘Il Centro’, “ma per poter dire a nostro figlio che abbiamo fatto qualcosa davanti al trauma e all’ingiustizia che aveva patito”. Di fronte all’inerzia dell’istituto scolastico nel prendere provvedimenti, la famiglia si era vista costretta a rivolgersi ai carabinieri, dando inizio a un lungo iter giudiziario.

La sentenza, divenuta definitiva nell’estate del 2024, ha riconosciuto in modo inequivocabile le responsabilità della scuola. Nelle motivazioni, il giudice ha sottolineato come, indipendentemente dalla dinamica esatta dei fatti, sia stata accertata “un’omissione della doverosa vigilanza sui bambini di così tenera età”. Gli stessi insegnanti ammessi hanno non dovuto accorte dell’accaduto, circostanza che ha pesato in modo significativo sulla decisione del tribunale.

Il Ministero dell’Istruzione, rappresentato dall’avvocatura dello Stato dell’Aquila, e la compagnia assicurativa hanno rinunciato a presentare ricorso, rendendo la sentenza definitiva. Una decisione che potrebbe costituire un importante precedente per casi analoghi di responsabilità scolastica nella supervisione degli alunni.

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