Dal ‘touch rugby’ al trauma addominale: 20mila euro di risarcimento per un sedicenne ferito durante una partita nel 2019
Doveva essere una semplice partita di “touch rugby“, variante del rugby tradizionale priva di contatti violenti, ma si è trasformata in un incidente con gravi conseguenze per un ragazzo di 16 anni. Nei giorni scorsi il Tribunale di Firenze ha condannato il Ministero dell’Istruzione a versare circa 20mila euro di risarcimento, tra danni e spese legali, a favore dello studente, oggi maggiorenne.
Il fatto risale al 30 maggio 2019, durante il Trofeo Novelli, un torneo organizzato dai professori di scienze motorie dell’Istituto comprensivo Volta Carducci Pacinotti di Piombino presso il campo scuola Luciano Simeone. Durante una fase di gioco, il sedicenne è entrato in collisione violenta con un altro studente, cadendo a terra e rimanendo esanime, tanto da rendere necessario il trasporto d’urgenza all’ospedale di Piombino.
I medici hanno diagnosticato un grave trauma addominale con lesioni interne, tra cui una perforazione dell’intestino che ha richiesto un intervento chirurgico urgente di “laparotomia esplorativa, riparazione dell’ansa digitale con sutura normale in duplice strato”. La guarigione è stata dichiarata solo il 30 agosto dello stesso anno, dopo un lungo periodo di recupero e convalescenza.
Durante il procedimento giudiziario è emerso che l’incidente è avvenuto in orario scolastico, all’interno di una manifestazione sportiva organizzata dall’istituto. Secondo le regole del “touch rugby”, codificate dalla federazione internazionale, le partite non prevedono placcaggi né contatti fisici violenti e devono svolgersi sotto la stretta supervisione dei docenti.
Il giudice Liliana Anselmo del Tribunale di Firenze ha stabilito che queste condizioni non sono state rispettate: i ragazzi hanno iniziato a giocare rugby tradizionale con tutta la violenza che ne consegue. La sentenza ha inoltre evidenziato come anche la scelta dell’arbitro sia stata inadeguata e determinante nell’incidente avvenuto al ragazzo.
Secondo il resoconto processuale, la negligenza degli insegnanti si è manifestata non solo nella scelta dell’arbitro, ma anche nel non aver sollecitato un’applicazione più rigorosa delle regole: “Censura che non può che essere rivolta anche nei riguardi degli stessi docenti che non intervennero per far rispettare le regole”, si legge nella sentenza, nemmeno di fronte ad atteggiamenti scorretti o violenti da parte degli studenti che l’arbitro non ha sanzionato.
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