Incontro tra Ministero e sindacati: dubbi e criticità sulle nuove norme

Un incontro tra Ministero e sindacati senza risposte concrete

Ieri 30 gennaio 2025 si è svolto un incontro tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali per discutere la bozza della circolare applicativa delle nuove norme previdenziali introdotte dalla Legge di Bilancio 2025. Tuttavia, il confronto non ha prodotto le risposte attese dal personale scolastico, lasciando aperte numerose questioni operative che rischiano di complicare il processo di pensionamento per dirigenti e docenti. Uno dei principali nodi riguarda la modalità di presentazione delle dimissioni per accedere ai trattamenti pensionistici. A differenza degli anni precedenti, il sistema Polis del Ministero è stato riaperto solo per due specifiche categorie: Opzione donna e Quota 103. Per tutti gli altri, la richiesta dovrà essere effettuata in modalità cartacea, aumentando il rischio di rallentamenti burocratici e incertezze procedurali.

Le novità

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto modifiche significative in materia pensionistica per il personale scolastico. Ecco le principali misure previste:

  • Opzione donna: Possono accedere alla pensione le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2024 e un’età anagrafica di 61 anni, riducibile di un anno per ogni figlio (fino a un massimo di due anni).
  • Pensione anticipata flessibile (“Quota 103”): Riservata a chi ha maturato 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025. Il calcolo è interamente contributivo e l’assegno pensionistico non può superare quattro volte il minimo INPS.
  • APE Sociale: Accessibile a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi di età e 33 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025.
  • Pensionamento per raggiunti limiti di età (65 anni): In seguito all’abrogazione dell’art. 72, comma 11, del D.L. 112/2008 (convertito in legge n. 133/2008), i lavoratori che non hanno presentato dimissioni possono ora farlo tramite l’Ambito Territoriale, passando per la scuola di servizio.

Durante l’incontro, la Uil Scuola ha espresso forti perplessità sulla bozza della circolare applicativa, giudicandola insufficiente. Secondo il sindacato, il testo non chiarisce alcuni aspetti chiave, tra cui:

  •  Gli obblighi dei dirigenti scolastici: La circolare non specifica quali atti amministrativi dovranno predisporre i dirigenti per il pensionamento del personale e come gestire eventuali richieste di trattenimento in servizio.
  • L’orientamento per il personale scolastico: Non viene fornita alcuna indicazione su come il personale dovrebbe scegliere tra le diverse opzioni previdenziali, lasciando spazio a incertezze e possibili errori procedurali.
  • Il destino dei 65enni già collocati a riposo d’ufficio: La riforma abroga il pensionamento obbligatorio per i sessantacinquenni con almeno 41 anni e 10 mesi (donne) o 42 anni e 10 mesi (uomini) di contributi. Tuttavia, non è chiaro come debbano comportarsi i dirigenti scolastici che hanno già emesso i relativi decreti di pensionamento.
  • Il trattenimento in servizio fino a 67 anni: Non sono stati chiariti i criteri con cui un dirigente scolastico potrebbe trattenere in servizio un lavoratore, adibendolo a mansioni di tutoraggio o assistenza ai neoassunti.

Le nuove regole non solo non semplificano il sistema, ma introducono ulteriori ostacoli per chi è chiamato a prendere decisioni sul proprio futuro previdenziale, ha dichiarato la Uil Scuola, evidenziando il rischio che le incertezze normative si traducano in ritardi nella liquidazione del TFR/TFS per i lavoratori.

Il rischio di un blocco amministrativo

L’assenza di direttive chiare sta creando una situazione di incertezza che potrebbe ripercuotersi negativamente sul regolare funzionamento delle scuole. I dirigenti scolastici si trovano a dover gestire un sistema pensionistico senza indicazioni precise, mentre il personale prossimo al pensionamento rischia di commettere errori procedurali che potrebbero compromettere il diritto alla pensione o ritardarne l’erogazione. L’Amministrazione ha riconosciuto la necessità di fornire ulteriori istruzioni, ma ha anche evidenziato le difficoltà di una nuova convocazione dell’INPS per definire le procedure. La Uil Scuola ha richiesto che nella circolare venga esplicitato che seguiranno ulteriori istruzioni dettagliate, per evitare che le scuole e i lavoratori si trovino ad affrontare una fase transitoria senza riferimenti normativi chiari.

Di fronte a questo scenario, la Uil Scuola invita tutto il personale scolastico a rivolgersi alle proprie sedi per un’analisi approfondita delle singole situazioni previdenziali. Il sindacato sottolinea l’importanza di un confronto con l’Amministrazione periferica per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, in un contesto normativo che appare sempre più frammentato e di difficile interpretazione.

In attesa di ulteriori sviluppi, resta il timore che la mancanza di chiarezza possa tradursi in un aumento del contenzioso amministrativo e in un’ulteriore complicazione per il sistema scolastico. Le Uil Scuola assicura che continuerà a monitorare la situazione e a chiedere un intervento tempestivo del Ministero per evitare che il caos burocratico si trasformi in un danno per i lavoratori e per l’intero comparto scuola.

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