Dal prolungamento degli organici aggiuntivi alle nuove assunzioni dei docenti idonei 2023 fino al riconoscimento del servizio svolto da chi ha superato l’anno di prova, la scuola attende risposte decisive.

Il 26 febbraio 2025 è la data entro cui il Decreto Milleproroghe (Decreto-legge n. 202/2024) dovrà essere convertito in legge. In queste settimane, la Commissione Affari Costituzionali del Senato è impegnata nell’analisi degli oltre 1.200 emendamenti presentati, molti dei quali di grande rilevanza per il mondo della scuola. Ma quali sono le principali modifiche in discussione? E cosa comporterebbero per insegnanti, personale ATA e docenti?

La scuola tra proroghe e riforme: il quadro attuale

Il Decreto Milleproroghe, entrato in vigore il 28 dicembre 2024, è diventato ormai un appuntamento fisso. Composto da 22 articoli, il testo tocca ambiti diversissimi tra loro – dal lavoro all’economia, dal turismo all’agricoltura, passando per la pubblica amministrazione. Per la scuola, l’urgenza di risposte concrete si fa sentire.

Gli emendamenti chiave:

Tra gli emendamenti in esame, spiccano quelli che riguardano la proroga dell’organico aggiuntivo del personale ATA, valutazione servizio prestato dai docenti licenziati e riconoscimento del servizio svolto da chi ha superato l’anno di prova, assunzioni dei docenti idonei 2023. Quest’ultimo, già ritenuto ammissibile, potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per molte scuole e vincitori di concorso.

Un altro tema caldo è la mobilità del personale scolastico. Le proposte di modifica mirano a consentire la mobilità sul 100% dei posti vacanti e a facilitare la mobilità intercompartimentale. Un provvedimento che, se approvato, risponderebbe a una delle richieste storiche dei sindacati, ossia la possibilità per gli insegnanti di trasferirsi con maggiore flessibilità tra regioni e tra settori della pubblica amministrazione.

Riferimenti normativi e prospettive future:

Il Decreto Milleproroghe è solo l’ultimo tassello di un percorso complesso che include leggi e decreti precedenti, come il Decreto-legge 36/2022, che aveva già introdotto modifiche sostanziali nella gestione del personale scolastico. Le nuove proposte dovranno armonizzarsi con questo contesto, per evitare sovrapposizioni e conflitti interpretativi.

Nel prossimo futuro, sarà cruciale monitorare come il Parlamento recepirà le istanze del mondo della scuola e come si tradurranno in norme concrete. Se è vero che il Decreto Milleproroghe nasce per tamponare le emergenze, è altrettanto vero che “la scuola” necessita di una visione a lungo termine, che sappia coniugare innovazione e stabilità, purtroppo la politica non aiuta in questo, facendo diventare la scuola un ottimo spot elettorale e bancomat di Stato nello stesso medesimo istante.

Cosa dobbiamo aspettarci? Al momento pochi cambiamenti se non quelli elencati, sperando sempre che trovino la congiunzione astrale desiderata. Ha senso farlo a febbraio? No ma se è l’unica soluzione, ben venga al momento, il male minore oggi è l’unica occasione.

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