L’udienza del TAR del 4 marzo potrebbe lo stop per i  30 CFU proposti da Indire

La proposta di Indire sui 30 CFU ha scatenato forti polemiche, il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati si oppone duramente ai percorsi abbreviati, chiedendo al Governo un intervento immediato, questi insegnanti specializzati su sostegno tramite TFA hanno presentato ricorso al TAR, fissato per il 4 marzo, denunciando i rischi di un ulteriore sovraffollamento delle graduatorie e il calo della qualità formativa.

Con un ricorso presentato al TAR, e un’udienza fissata per il 4 marzo, i docenti specializzati tramite TFA e il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiedono di bloccare il progetto, proteggendo l’equità e la qualità della formazione.

Graduatorie sature e nuove criticità

Uno dei problemi principali sollevati dai ricorrenti è il rischio di sovraffollamento delle graduatorie, già al limite in molte province italiane. I dati delle supplenze annuali nelle scuole mostrano una situazione particolarmente critica per il sostegno nella scuola secondaria, in particolare per le classi ADSS (secondaria di secondo grado) e ADMM (secondaria di primo grado).

Attualmente, è in corso l’undicesimo ciclo del TFA sostegno, un percorso che sta formando circa 29.000 nuovi docenti. Si prevede anche l’avvio di un dodicesimo ciclo, destinato a incrementare ulteriormente il numero di insegnanti specializzati. Secondo i docenti del TFA, questi percorsi già prevedono misure che agevolano l’accesso per chi ha maturato almeno tre anni di servizio, senza compromettere gli standard formativi. La preoccupazione è che i nuovi 30 CFU possano creare un accesso troppo semplificato, mettendo a rischio l’equità e l’efficacia del sistema.

Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati prende posizione

Il Collettivo esprime forte preoccupazione riguardo ai percorsi abbreviati di specializzazione INDIRE, ritenendoli incompatibili con la qualità della formazione richiesta per l’insegnamento di sostegno. Il Collettivo sottolinea come questi percorsi rappresentino una disparità di trattamento tra docenti, creando una frattura tra chi ha seguito iter lunghi e rigorosi, come il TFA, e chi potrebbe accedere attraverso modalità semplificate.

Un altro punto critico è il rischio di ulteriore sovraffollamento delle graduatorie, già in difficoltà nel garantire stabilità e continuità didattica. Il Collettivo chiede al Governo di intervenire con urgenza, istituendo percorsi formativi omogenei e rigorosi che rispettino gli standard qualitativi e garantiscano un’inclusione scolastica efficace e di qualità per gli studenti con disabilità.

I 30 CFU di Indire: più accesso o meno qualità?

La proposta di Indire mira a introdurre un percorso formativo più breve e snello per ampliare il numero di docenti abilitati al sostegno. Tuttavia, insegnanti specializzati temono che questa semplificazione possa abbassare il livello di preparazione richiesto per gestire le complesse esigenze degli studenti con bisogni educativi speciali.

Il sostegno non è un lavoro che si può improvvisare,” afferma un docente specializzato tramite TFA raggiunto da noi (ndr) telefonicamente. “Servono competenze specifiche e una preparazione approfondita, che percorsi ridotti non possono garantire.

Le norme attuali, come il Decreto Legislativo 59/2017 e il DM 92/2019, stabiliscono criteri rigorosi per l’accesso e la formazione dei docenti di sostegno. La modifica di questi percorsi, senza un’analisi approfondita delle conseguenze, rischia di compromettere la qualità del sistema.

Il ricorso al TAR: una battaglia per la qualità

Il ricorso presentato dai docenti specializzati tramite TFA punta a bloccare l’attivazione dei 30 CFU. L’udienza del TAR, prevista per il 4 marzo, rappresenta un momento chiave per decidere il futuro del progetto di Indire. Il sistema scolastico non può permettersi di sacrificare la qualità della formazione in nome della velocità” .

Non tutti, però, sono contrari. Atri vedono nei 30 CFU una possibile risposta all’emergenza di personale nelle scuole, soprattutto in alcune regioni del Nord Italia, dove la carenza di docenti è particolarmente acuta.

Sostegno: quale futuro?

Il tema del sostegno continua a essere uno dei punti più delicati del sistema scolastico italiano. Nonostante l’impegno per formare nuovi insegnanti, la domanda supera ancora l’offerta, creando difficoltà nel garantire la continuità didattica e il supporto necessario agli studenti con bisogni educativi speciali.

L’introduzione di percorsi come i 30 CFU potrebbe rispondere a questa emergenza, ma rischia di creare una formazione “a doppia velocità”, con docenti altamente qualificati da una parte e altri meno preparati dall’altra. “Il rischio, è che si creino differenze significative nella capacità di affrontare situazioni complesse in classe.

Ora, questa udienza del TAR sul ricorso contro i 30 CFU sarà cruciale e potrebbe rappresentare una svolta: sarà in grado il sistema educativo italiano di trovare un equilibrio tra urgenza e qualità?

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