Utilizzava l’intelligenza artificiale per creare deepfake a sfondo sessuale di compagne e insegnanti. Le vittime: “La sospensione di 15 giorni non basta”
Un grave caso di cyberbullismo ha colpito un liceo scientifico, dove uno studente dell’ultimo anno è stato denunciato e sospeso per aver creato deepfake pornografici di compagne di classe e insegnanti. Il giovane aveva utilizzato una chatbot di Telegram per sovrapporre i volti delle vittime su corpi nudi generati dall’intelligenza artificiale, condividendo poi le immagini con altri studenti.
L’episodio, emerso grazie alle segnalazioni dei compagni di classe scioccati dall’accaduto, ha scatenato forti polemiche all’interno dell’istituto. Le vittime, profondamente turbate, hanno chiesto provvedimenti più severi, ritenendo insufficiente la sospensione di quindici giorni. La loro richiesta principale è l’espulsione dello studente, poiché la sua presenza a scuola continua a rappresentare un trauma per le persone coinvolte.
La vicenda ha rapidamente superato i confini dell’istituto dopo che il giornalino studentesco ha pubblicato un post sui social network, diventato virale in poche ore. Numerosi collettivi studenteschi di altre scuole romane hanno espresso solidarietà alle vittime, sottolineando l’importanza di non rimanere in silenzio di fronte a simili atti di violenza.
Il dirigente scolastico, interpellata dall’ANSA, ha confermato l’esistenza di una denuncia penale, mantenendo però il riserbo sulla vicenda. Ha difeso l’approccio dell’istituto, sottolineando che la scuola deve privilegiare l’aspetto educativo oltre quello punitivo, e ha assicurato che sono state attivate tutte le misure necessarie, incluso il supporto psicologico per le persone coinvolte.
Il caso solleva preoccupanti interrogativi sulle nuove forme di cyberbullismo. I deepfake rappresentano una minaccia crescente, facilitata dall’accessibilità di strumenti di intelligenza artificiale. Le conseguenze per le vittime sono particolarmente gravi: oltre al trauma emotivo immediato, questi atti possono causare danni psicologici duraturi e compromettere seriamente la loro vita sociale e reputazione.
Per contrastare efficacemente il fenomeno, è necessario un approccio integrato che coinvolga scuole, famiglie e istituzioni. Fondamentale risulta l’educazione digitale dei giovani, accompagnata da un rafforzamento degli strumenti legali di tutela per le vittime e da pene più severi per chi commette questi reati.
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