Tutto pronto per definire i decreti attuativi per i corsi INDIRE sul sostegno.
Le nuove disposizioni interesseranno i docenti con almeno tre anni di servizio specifico e coloro che hanno conseguito il titolo all’estero.
L’annuncio arriva da Mario Pittoni (Lega), aprendo nuove prospettive per il personale precario.

Una nuova finestra si apre per centinaia di docenti italiani precari che operano nel settore del sostegno. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca, è pronto a varare i decreti attuativi per i corsi INDIRE di specializzazione sul sostegno, destinati a chi ha maturato almeno tre annualità di servizio specifico o ha completato un percorso abilitante all’estero. L’annuncio arriva da Mario Pittoni, responsabile Istruzione della Lega e volto storico delle politiche scolastiche in Parlamento.
L’annuncio di Pittoni e il ruolo di INDIRE
La notizia è stata diffusa tramite la pagina Facebook di Pittoni, il quale ha confermato che i decreti sono in fase avanzata e potrebbero essere emanati a breve. Si tratta di un’importante conferma per coloro che, da anni, aspettano una regolamentazione chiara che consenta l’accesso ai percorsi abilitanti alternativi al TFA Sostegno, percorsi finora rigidamente contingentati.
Chi è INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa)? è l’ente incaricato della progettazione e gestione di questi corsi, che si preannunciano interamente online, modulati sull’esperienza professionale dei partecipanti.
A chi si rivolgono i nuovi corsi
Secondo quanto anticipato, i corsi saranno rivolti a due specifiche categorie di aspiranti docenti di sostegno:
Docenti con almeno tre annualità di servizio su sostegno maturate anche non consecutive nelle scuole statali o paritarie; Docenti con titolo di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero, ancora in attesa di riconoscimento o abilitazione da parte del Ministero.
Queste categorie rappresentano una fetta rilevante del precariato scolastico italiano. Secondo i dati del Ministero, infatti, oltre 90.000 supplenze su posto di sostegno sono state assegnate nell’anno scolastico 2023/24, di cui circa il 45% a docenti privi di specializzazione.
Il quadro normativo di riferimento
Il varo dei decreti attuativi si inserisce all’interno del quadro delineato dal DL 36/2022, convertito nella legge 79/2022, che prevede percorsi abilitanti alternativi e flessibili, in particolare per le discipline carenti di organico e per il sostegno.
Inoltre, è in corso di definizione il recepimento delle disposizioni europee che regolano il riconoscimento dei titoli professionali conseguiti in altri Paesi dell’Unione Europea (Direttiva 2005/36/CE e successivi aggiornamenti).
L’obiettivo dichiarato dal Ministero è quello di rispondere con maggiore flessibilità ai fabbisogni reali delle scuole e di contenere il fenomeno del turnover annuale di insegnanti di sostegno non specializzati, che incide negativamente sulla continuità didattica per gli alunni con disabilità.
Quali prospettive per i docenti?
I docenti precari da anni chiedono una via preferenziale e meritocratica all’abilitazione sul sostegno, e i corsi INDIRE potrebbero rappresentare una svolta concreta. L’assenza di posti nei TFA ordinari, unita ai lunghi tempi di riconoscimento dei titoli esteri, ha creato un imbuto che ha penalizzato migliaia di professionisti formati sul campo.
Se ben strutturati, i nuovi percorsi potrebbero non solo valorizzare l’esperienza maturata, ma anche contribuire alla stabilizzazione del personale e al miglioramento della didattica inclusiva.
Le incognite da chiarire
Nonostante l’entusiasmo iniziale, restano ancora molti interrogativi:
Quale sarà la durata e la struttura dei corsi? Come verrà valutata l’esperienza professionale pregressa? Che peso avrà il titolo conseguito in questi corsi rispetto al TFA tradizionale? I titoli esteri già riconosciuti avranno validità automatica per l’immissione in ruolo?
Il tutto, naturalmente, dovrà essere definito dai decreti attuativi, che dovranno trovare un punto di equilibrio tra semplificazione e qualità formativa.
L’annuncio dei corsi INDIRE sul sostegno rappresenta una novità attesa e potenzialmente rivoluzionaria per il sistema scolastico italiano. Se attuata con serietà e visione, questa misura potrà colmare un vuoto normativo che per troppo tempo ha penalizzato chi lavora nel sostegno senza tutele e riconoscimenti.
La sfida ora è politica e tecnica: trasformare una promessa in un percorso formativo serio, trasparente e capace di fare la differenza nella vita professionale dei docenti e – soprattutto – in quella degli alunni più fragili.
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