Parla una docente ricorrente: “Ci allontaniamo dal merito. Serve un intervento urgente per ristabilire equità e legalità”

Il concorso per dirigenti scolastici in Campania, attualmente in fase di svolgimento, sta suscitando un’ondata di polemiche e ricorsi che rischiano di comprometterne la legittimità.

A parlare è C. U., docente e candidata esclusa dalla selezione, che insieme a decine di colleghi ha deciso di rivolgersi alla giustizia amministrativa attraverso l’assistenza dei legali della UIL Scuola, gli avvocati Domenico Naso e Guido Marone. Le sue parole gettano luce su una vicenda che ha già raggiunto il Parlamento, attraverso due interrogazioni rivolte al Ministro Valditara.

L’intervista – Le anomalie denunciate:
«Le principali irregolarità? Innanzitutto – spiega C. U. – l’estrazione delle tracce è avvenuta 48 ore prima della prova scritta, senza alcun verbale ufficiale. Una modalità non prevista dal regolamento. Ma non solo: la Regione Campania, a differenza di altre regioni italiane, ha scelto una procedura di correzione analogica. Questo ha prodotto cancellature e sovrapposizioni di crocette nelle griglie di valutazione. Tali griglie avrebbero dovuto essere caricate sulla piattaforma CINECA nello stesso giorno della correzione. Ad oggi attendiamo ancora il registro delle attività per verificare la conformità al regolamento».

Il supporto legale della UIL Scuola:
La docente conferma che «la macchina dei ricorsi si è attivata tempestivamente, grazie al supporto dei legali Domenico Naso e Guido Marone. Sono loro che stanno curando i ricorsi, sia collettivi che individuali, denunciando anomalie gravi e documentate».

Il ruolo del Ministero e la fiducia in un intervento risolutivo:
A fronte di due interrogazioni parlamentari presentate dagli onorevoli Francesco Emilio Borrelli (AVS) e Antonio Caso (M5S), C. U. si dice fiduciosa: «Credo che il Ministro Valditara saprà essere garante dei diritti costituzionali e dell’azione amministrativa trasparente. Ci auguriamo che si faccia luce sulle tante ombre che gravano su questa selezione».

Il problema dell’imparzialità e la proposta per il futuro:
C. U. riflette anche sul metodo: «I dati parlano chiaro: su 3.579 candidati solo 165 hanno superato la preselettiva, che era oggettiva e automatica. La prova scritta invece ha introdotto elementi di soggettività, che hanno generato dubbi, discrepanze e malcontento. Propongo che la preselettiva diventi prova unica e graduata, come già avviene per il concorso docenti».

Il fronte dei docenti esclusi:
C. U. non è sola. «Siamo in contatto costante con un gruppo di colleghi esclusi. Stiamo progettando sia ricorsi collettivi sia individuali. Il nostro obiettivo è tutelare i diritti e restituire dignità alla selezione».

Uno sguardo al futuro del sistema scolastico:
La docente chiude con un monito: «Se il concorso dovesse proseguire senza alcuna modifica, ci allontaneremmo ulteriormente da un sistema basato sul merito. E questo – conclude – sarebbe un danno irreparabile per la scuola pubblica».
Mentre le prove orali si avvicinano e le aule dei tribunali si preparano ad accogliere una lunga battaglia legale, il mondo della scuola osserva con crescente attenzione. Quel che è certo è che, al di là degli esiti, questa vicenda ha già sollevato interrogativi profondi sulla tenuta dei principi costituzionali di trasparenza, imparzialità e legalità nella pubblica amministrazione. Ora la parola passa alla giustizia e, si spera, anche al Ministero.

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