Colpo di scena: nonostante un decreto del TAR Lazio disponga la sospensione delle elezioni RSU, l’ARAN conferma il regolare svolgimento del voto dal 14 al 16 aprile.

L’Agenzia chiarisce: “Non è nostro compito fermare il processo elettorale, gestito autonomamente dai sindacati”.

Quando tutto sembrava pronto per l’avvio delle elezioni RSU nel comparto scuola, un decreto del TAR del Lazio ha scosso le fondamenta della macchina organizzativa, disponendo in via d’urgenza la sospensione del voto. Ma la risposta dell’ARAN è stata immediata e netta: si va avanti, si vota regolarmente dal 14 al 16 aprile. Una decisione che segna un punto fermo in una vicenda al confine tra diritto, autonomia sindacale e interpretazione normativa.

Il decreto del TAR e il ricorso del CONITP

Tutto parte da un ricorso presentato dal sindacato CONITP (Confederazione Nazionale Italiana dei Tecnici Professionisti) contro ARAN e Ministero dell’Istruzione e del Merito, per contestare la propria esclusione dal processo elettorale delle RSU. Il TAR del Lazio, con decreto n. 4410/2025 del 12 aprile, ha accolto in via cautelare il ricorso, disponendo la sospensione delle elezioni previste dal 14 al 16 aprile.

Una misura, però, non chiaramente delimitata, che non specifica se la sospensione si riferisca esclusivamente al comparto scuola o all’intero pubblico impiego. Tale ambiguità ha contribuito ad alimentare l’incertezza tra lavoratori, dirigenti e organizzazioni sindacali.

La risposta dell’ARAN: “Nessuna sospensione, si vota”

Con una nota ufficiale diramata nella stessa giornata del decreto, l’ARAN prende posizione e ribadisce che le elezioni si svolgeranno regolarmente. Il motivo è semplice ma giuridicamente fondato: l’ARAN non ha competenza diretta nell’organizzazione delle elezioni RSU, che sono gestite in piena autonomia dalle organizzazioni sindacali tramite le commissioni elettorali locali, formate da lavoratori designati dalle stesse sigle.

“Non rientra nei poteri dell’ARAN eseguire il decreto del TAR – si legge nella nota a firma della Direttrice Maria Vittoria Marongiu – poiché le elezioni RSU non sono indette né gestite dall’Agenzia”.

L’Agenzia, in base all’Accordo Quadro Nazionale del 12 aprile 2022, ha un ruolo meramente certificatore, limitato alla verifica dei requisiti minimi dei soggetti sindacali che intendono presentare liste. Nessun potere, dunque, di sospendere o annullare il procedimento elettorale.

Una funzione “notarile”, non organizzativa

L’intervento dell’ARAN evidenzia con chiarezza la distinzione tra funzioni amministrative e funzioni sindacali. Le commissioni elettorali, infatti, sono organismi autonomi, non appartenenti alle amministrazioni pubbliche né riconducibili all’ARAN, e sono pienamente legittimate a procedere con le operazioni di voto, salvo provvedimenti specifici rivolti a loro.

Secondo quanto affermato dall’Agenzia, l’unica azione possibile, su ordine del giudice, sarebbe l’inserimento “con riserva” del CONITP tra le organizzazioni abilitate a presentare liste, come peraltro richiesto dal sindacato nel ricorso. Tuttavia, nessuna disposizione può essere impartita all’ARAN per bloccare l’intero processo elettorale, che resta sotto la responsabilità diretta delle organizzazioni sindacali firmatarie del protocollo elettorale.

Uno scontro simbolico sulla rappresentanza

La vicenda va ben oltre il singolo caso giudiziario. Essa pone l’accento su un tema cruciale: il diritto alla rappresentanza e le modalità attraverso cui viene garantito. Il tentativo del CONITP di ottenere un accesso giudiziario al processo elettorale solleva interrogativi su trasparenza, equità e inclusione nel sistema sindacale, ma la risposta dell’ARAN rafforza il principio dell’autonomia sindacale e del rispetto delle regole condivise.

Non si tratta di negare il diritto di un’organizzazione ad essere ascoltata, ma di difendere la coerenza e la legalità di un sistema regolato da norme e accordi collettivi consolidati.

La scuola non si ferma, la democrazia nemmeno

Confermando lo svolgimento delle elezioni RSU, l’ARAN ribadisce un principio fondamentale: la democrazia nei luoghi di lavoro non può essere sospesa con un decreto d’urgenza, se non in presenza di un chiaro fondamento giuridico e una competenza puntualmente attribuita.

Il comparto scuola, in particolare, si appresta a vivere tre giornate intense di partecipazione, confronto e scelte. L’auspicio è che, al di là delle tensioni, il diritto di ogni lavoratore a scegliere i propri rappresentanti venga pienamente rispettato, nel solco di una tradizione sindacale che, pur con le sue complessità, resta un presidio irrinunciabile di democrazia.

Perché se la scuola è il cuore della Repubblica, la rappresentanza è il suo battito quotidiano.

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