I Dsga, insieme al personale ATA, chiedono maggiore considerazione, trasparenza e valorizzazione. UIL Scuola RUA e ANIEF-CONDIR indicati come riferimento per nuova rappresentanza.
RSU 2025, una tornata elettorale che segna uno spartiacque
Le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), in programma dal 14 al 16 aprile 2025, si profilano come un passaggio cruciale per il mondo della scuola. Non si tratta solo di scegliere chi rappresenterà il personale nei prossimi anni, ma di prendere posizione su una serie di questioni che toccano da vicino la dignità, il ruolo e il futuro lavorativo dei DSGA e del personale ATA.
Il comunicato diffuso dal gruppo NOI…DSGA rompe il silenzio e rilancia un appello accorato: “Diciamo basta!” a ciò che viene percepito come un progressivo svuotamento del ruolo dei Direttori SGA e una continua marginalizzazione del restante personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole.
Il nodo del CCNL 2019/21
Al centro della polemica c’è la firma del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro 2019/21, sottoscritto da CISL, CGIL, SNAL, GILDA e ANIEF, accusate dal gruppo NOI…DSGA di aver contribuito a una “dequalificazione” del ruolo dei DSGA e a una generalizzata compressione dei diritti del personale ATA.
Secondo i promotori dell’iniziativa, il contratto avrebbe livellato verso il basso i profili professionali, ignorando l’evoluzione delle funzioni e le responsabilità crescenti affidate ai DSGA, in un contesto in cui le scuole sono chiamate a gestire una burocrazia sempre più complessa e una mole crescente di fondi e progetti.
A rincarare la dose, ci sono i risultati degli ultimi incontri presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, durante i quali è emersa l’intenzione di assumere 880 funzionari scolastici dalle graduatorie degli ex facenti funzione, senza concorso e senza la definizione di un chiaro mansionario.
Queste figure – evidenzia il comunicato – verrebbero retribuite quanto un DSGA, ma senza condividerne le responsabilità o l’inquadramento giuridico. Una situazione che, secondo i firmatari, genererebbe ambiguità operative, disparità economiche e ulteriore confusione nei ruoli all’interno delle scuole.
Anche l’annunciato aumento di 25 euro lordi mensili per 44.000 operatori scolastici viene giudicato insufficiente e quasi offensivo, rispetto all’impegno quotidiano e alle aspettative dei lavoratori ATA.
Le reazioni delle sigle sindacali e la posizione di UIL Scuola RUA
In questo contesto si inserisce l’appello a non votare i candidati delle organizzazioni che hanno firmato il CCNL in questione, rivolto direttamente ai colleghi ATA e DSGA.
La UIL Scuola RUA, che non ha sottoscritto il contratto 2019/21, viene indicata come referente credibile per il personale ATA, insieme a ANIEF-CONDIR, che raccoglie dirigenti amministrativi e professionisti della scuola impegnati per la valorizzazione delle categorie oggi marginalizzate.
Le due sigle vengono descritte come “alleate naturali” di una battaglia che non è solo sindacale, ma culturale e professionale, volta a riconoscere l’apporto strategico del personale amministrativo nella gestione scolastica.
Le elezioni RSU: una sfida di partecipazione e consapevolezza
Il gruppo NOI…DSGA lancia anche un monito importante: astenersi o annullare la scheda equivale a rafforzare chi ha già tradito la fiducia dei lavoratori, lasciando che bastino pochi voti per mantenere il controllo della rappresentanza.
Il messaggio è chiaro: partecipare è fondamentale, ma è altrettanto importante farlo con discernimento, scegliendo candidati realmente vicini al personale ATA, portatori di una visione riformatrice, radicati nelle scuole e non da decenni in distacco sindacale.
Contro l’astensionismo: la democrazia non si difende astenendosi
In queste ore, anche il web si è trasformato in un campo di battaglia. Accanto agli appelli al voto consapevole, si moltiplicano le voci che – spesso in tono populista e autoproclamato – invitano all’astensione o all’annullamento della scheda. Un fenomeno che merita una riflessione.
Troppo spesso, dietro questi inviti si celano figure che, con toni da “masanielli digitali”, provano a cavalcare il malcontento generale senza offrire alternative reali, né assumersi alcuna responsabilità. Alcuni si atteggiano a “capi popolo”, ma non rappresentano nessuno se non se stessi, privi di seguito e di legittimazione reale, né sul territorio né nei luoghi del confronto.
È un atteggiamento che, in mala fede, rischia di trascinare molti colleghi verso una deriva dannosa, quella del disimpegno, che finisce per rafforzare proprio coloro che si vorrebbero contestare.
Il voto non è mai un errore: è un atto di democrazia, è partecipazione. Non esercitarlo, o usarlo per disertare il confronto, significa semplicemente lasciare che altri decidano per noi.
Il personale ATA come pilastro dell’autonomia scolastica
Dietro questa mobilitazione non c’è solo la delusione per scelte recenti, ma anche la volontà di ridefinire il ruolo del personale ATA e dei DSGA in un sistema scolastico che continua a evolversi. L’autonomia scolastica, le sfide del PNRR, la digitalizzazione delle segreterie, la sicurezza e la gestione dei fondi europei impongono una revisione dei profili professionali e un riconoscimento economico e contrattuale all’altezza delle responsabilità.
La questione dell’introduzione di nuovi profili (come il Coordinatore amministrativo o il Collaboratore tecnico in segreteria) resta ancora aperta. Così come la necessità di una formazione strutturata e di carriera verticale, elementi fondamentali per motivare e trattenere personale qualificato nelle scuole pubbliche italiane.
Un appello alla responsabilità collettiva
Le elezioni RSU 2025 rappresentano un crocevia importante per il mondo della scuola. Per i DSGA e per il personale ATA, questo appuntamento può segnare l’inizio di una nuova fase, fondata su riconoscimento, partecipazione e rispetto. Le istanze emerse non possono essere liquidate come polemiche interne: sono la voce di chi ogni giorno tiene in piedi la macchina amministrativa della scuola italiana.
L’invito è a votare, sì, ma a farlo con consapevolezza. Perché solo un personale unito e determinato può cambiare davvero le cose.
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