La UIL Scuola ha deciso di impugnare il Decreto Ministeriale che introduce la conferma del docente di sostegno da parte delle famiglie.

La norma, che entrerà in vigore dall’anno scolastico 2025-26, consente alle famiglie di richiedere la permanenza dell’insegnante già assegnato nell’anno precedente, anche nel caso in cui non sia in possesso della specializzazione. Il sindacato denuncia il rischio di una pesante violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e qualità della formazione, mettendo in discussione la legittimità del provvedimento sotto il profilo costituzionale.

Il segretario generale della UIL Scuola, Giuseppe D’Aprile, ha sottolineato come questa misura possa avere conseguenze gravi sia per il personale scolastico sia per gli studenti con disabilità. La possibilità di confermare un docente senza tenere conto della graduatoria lederebbe infatti il diritto di chi ha conseguito la specializzazione e attende di essere assegnato a un posto di sostegno. Parallelamente, la permanenza in servizio di insegnanti privi della necessaria preparazione potrebbe compromettere la qualità dell’inclusione scolastica, esponendo gli alunni con disabilità al rischio di ricevere un supporto inadeguato per il secondo anno consecutivo.

Secondo il decreto, entro il 31 maggio 2025 le famiglie potranno presentare la richiesta di conferma del docente di sostegno al dirigente scolastico, che dovrà valutarne l’ammissibilità e comunicarne l’esito all’Ufficio Scolastico Provinciale, al docente interessato e alla famiglia stessa entro il 15 giugno. Questo meccanismo, avverte la UIL, potrebbe alimentare un sistema di scelte influenzate da criteri soggettivi, trasformando l’assegnazione dei docenti in un processo condizionato dalle preferenze individuali piuttosto che da regole chiare e trasparenti. Un modello che, secondo D’Aprile, rischia di aprire la porta a fenomeni di clientelismo e favoritismi, minando i principi fondamentali dell’istruzione pubblica.

Il sindacato contesta il provvedimento anche dal punto di vista normativo. La Costituzione italiana stabilisce con chiarezza che il sistema scolastico deve garantire imparzialità e pari opportunità, principi sanciti dall’articolo 97, che impone trasparenza nella pubblica amministrazione, e dall’articolo 33, che definisce l’istruzione come funzione essenziale dello Stato. Inoltre, la legge 104 del 1992 e il decreto legislativo 66 del 2017 disciplinano l’inclusione scolastica e il reclutamento dei docenti di sostegno, imponendo che siano in possesso di un’adeguata formazione per garantire un supporto efficace agli alunni con disabilità.

L’azione legale intrapresa dalla UIL Scuola potrebbe portare a una sospensione o a una modifica del decreto prima della sua applicazione. Nel frattempo, il dibattito sulla questione si fa sempre più acceso. Se da un lato il Ministero dell’Istruzione difende il provvedimento sostenendo che favorisca la continuità didattica, dall’altro il sindacato e diverse associazioni per i diritti delle persone con disabilità ribadiscono che la vera continuità si garantisce stabilizzando il personale specializzato e non lasciando che la scelta del docente dipenda dalle preferenze delle famiglie.

L’esito del ricorso sarà determinante per capire quale direzione prenderà il sistema di assegnazione degli insegnanti di sostegno. La questione solleva interrogativi più ampi sul futuro della scuola pubblica e sulla tutela del diritto all’istruzione per tutti gli studenti, in particolare quelli più fragili.

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