In otto anni, il precariato tra i docenti è quasi raddoppiato, con picchi allarmanti nel sostegno. Situazione critica anche per il personale ATA, mentre si annunciano nuovi tagli per il 2026

Il dossier UIL Scuola fotografa la crisi del precariato a Modena

Un’analisi basata sul dossier nazionale UIL Scuola RUA mette in luce la drammatica crescita del precariato nella scuola modenese tra il 2015/16 e il 2022/23, distinguendo la situazione dei docenti da quella del personale ATA.

Docenti: il precariato cresce di quasi 12 punti percentuali

“Nel 2015/16 i docenti precari erano 1.461 su un totale di 9.872, pari al 14,80%. Nel 2022/23 il numero è salito a 2.827 su 10.740, raggiungendo il 26,32%”, dichiara Dario Catapano, segretario della UIL Scuola di Modena e provincia. In otto anni, il tasso di supplenze è cresciuto di quasi 12 punti percentuali, evidenziando una precarizzazione sempre più diffusa.

Ancora più preoccupante la situazione degli insegnanti di sostegno: “Nel 2015/16 erano 515 su 1.479 (34,82%), mentre nel 2022/23 sono schizzati a 1.585 su 2.314, portando la percentuale dei precari al 68,50%”.

“Un dato sconfortante”, commenta Catapano, “se si considera che oggi, a Modena, quasi un docente su quattro è supplente”. La carenza di investimenti strutturali nella scuola ha reso il “valzer delle cattedre” una costante, minando la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento. “Dal prossimo anno scolastico si prevede un taglio di 5.660 docenti a livello nazionale, una misura che penalizzerà inevitabilmente anche il nostro territorio. Invece di sfruttare la riduzione del numero di alunni per abbassare il rapporto studenti-docente, si sceglie di tagliare posti di lavoro e peggiorare le condizioni di insegnamento”.

Uno studio UIL Scuola del 2022 ha stimato che la stabilizzazione del personale precario avrebbe un costo medio di 715 euro annui per docente. A livello nazionale il costo sarebbe di circa 180 milioni di euro. “Una cifra spaventosa per noi comuni mortali, ma sicuramente irrisoria per il bilancio dello Stato”, sottolinea Catapano.

Personale ATA: precariato in aumento e tagli all’orizzonte

Anche per il personale ATA la situazione non è meno grave. Nel 2015/16 i contratti a tempo determinato erano 530 su 2.486 unità (21,32%). Nel 2022/23 si è arrivati a 983 precari su 2.902 addetti, con una percentuale salita al 33,87%.

“Se si continua così, il sistema scolastico andrà presto al collasso”, avverte Catapano. “Nel 2026 assisteremo a un ulteriore taglio di 2.174 unità di personale ATA a livello nazionale. A chi spetterà aprire le scuole se il collaboratore scolastico di turno si ammala? Come si potranno garantire gli standard minimi di igiene e sicurezza? Il personale amministrativo, già sommerso da incombenze sempre più complesse, riuscirà a far fronte a tutto questo?”.

Le regole sulle nomine dei supplenti si sono irrigidite, complicando ulteriormente la gestione del personale. “Chiediamo da anni immissioni in ruolo su tutti i posti disponibili e un ampliamento dell’organico per stabilizzare anche il personale aggiuntivo”, conclude Catapano. “La scuola italiana non può funzionare senza un organico ATA stabile e adeguato. Senza interventi immediati, a pagare il prezzo più alto saranno ancora una volta gli studenti e le famiglie”.

 

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