L’episodio in un istituto tecnico di Bolzano riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle scuole e sulle nuove misure disciplinari in quanto i due studenti sono stati sospesi e ”mandati a fare volontariato”
Un’aggressione che fa riflettere
Un docente di un istituto tecnico di Bolzano è stato minacciato con un coltello in faccia da due studenti minorenni dopo aver chiesto loro di fare silenzio nei corridoi e tornare in classe. L’episodio, riportato dal Corriere del Trentino, ha avuto un epilogo drammatico: uno dei due ragazzi ha estratto un coltello portata da casa e l’ha puntata al volto del professore. Grazie alla prontezza e alla calma del docente, la situazione non è degenerata ulteriormente. L’insegnante è riuscito a convincere lo studente a posare il coltello, evitando il peggio. Successivamente ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, mentre la scuola ha adottato provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti.
Sospensione con obbligo di volontariato: il modello educativo previsto dalla legge
I due ragazzi non sono stati semplicemente sospesi, ma inviati a svolgere attività di volontariato presso un’associazione giovanile. Una misura che rientra nel quadro delle nuove disposizioni sulla disciplina scolastica introdotte con la Legge n. 150/2023, che mira a contrastare i fenomeni di violenza e ripristinare l’autorevolezza degli insegnanti. Secondo la normativa, le sospensioni fino a due giorni prevedono che lo studente realizzi un elaborato di riflessione sulle proprie azioni, mentre per sospensioni superiori a due giorni – come in questo caso – è previsto lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale in strutture convenzionate, come mense per i poveri, ospedali o associazioni di volontariato. Il dirigente scolastico dell’istituto ha sottolineato la volontà della scuola di far comprendere ai ragazzi la gravità del loro gesto attraverso un percorso educativo, piuttosto che limitarsi a una punizione passiva:
“Come già accaduto in passato, abbiamo preferito non lasciarli a casa, ma fargli svolgere attività utili affinché riflettessero sull’accaduto”.
Violenza a scuola: un fenomeno in crescita
L’episodio di Bolzano si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per la sicurezza all’interno delle scuole italiane. Secondo il report 2023 dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza nelle Scuole, negli ultimi anni si è registrato un aumento del 15% degli episodi di violenza contro i docenti e il personale scolastico, con casi sempre più frequenti di minacce, aggressioni fisiche e cyberbullismo.
Tra i fattori che contribuiscono a questa escalation vi sono:
- La perdita di autorevolezza dei docenti, spesso percepiti dagli studenti più come pari che come figure di riferimento.
- L’influenza dei social media, che amplifica comportamenti aggressivi e di sfida verso le regole scolastiche.
- Il disagio psicologico post-pandemia, che ha acuito fenomeni di ansia, frustrazione e aggressività tra i giovani.
Le nuove regole sulla condotta: più severità e responsabilizzazione
Per far fronte a questa emergenza, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto una riforma della disciplina scolastica che punta a ripristinare la cultura del rispetto nelle scuole. Oltre alle misure sulle sospensioni, la condotta torna a essere un elemento determinante per la carriera scolastica degli studenti.
Ecco le principali novità introdotte dalla riforma:
✅ Condotta valutata in decimi: un voto inferiore a 6 comporta la bocciatura nella scuola secondaria di primo grado e può incidere sulla promozione nella scuola secondaria di secondo grado.
✅ Esame di maturità: chi arriva con 6 in condotta dovrà presentare una tesina obbligatoria sui temi della cittadinanza e del rispetto delle regole.
✅ Sospensioni con obbligo di attività socialmente utili: gli studenti allontanati per più di due giorni devono svolgere servizi alla comunità come forma di responsabilizzazione.
Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha spiegato così le nuove misure:
“Non possiamo più tollerare episodi di violenza contro i docenti. Il voto in condotta e le attività di cittadinanza solidale sono strumenti per far capire agli studenti che il rispetto delle regole è fondamentale per la loro crescita”.
L’aggressione al docente di Bolzano è solo l’ultimo di una serie di episodi che testimoniano una crescente tensione nelle scuole italiane.
Il dibattito è aperto: punire severamente o educare alla responsabilità?
Le nuove misure introdotte mirano a trovare un equilibrio tra questi due poli, cercando di far comprendere agli studenti l’importanza del rispetto delle regole senza limitarne il diritto all’istruzione. Quel che è certo è che la scuola, da sola, non può risolvere il problema della violenza giovanile. Servono politiche educative più ampie, investimenti in personale specializzato e una maggiore collaborazione tra famiglie, istituzioni e territorio. Solo così sarà possibile garantire un ambiente scolastico sicuro e sereno per tutti.
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