I vincitori che al momento dell’assunzione non possiedono ancora l’abilitazione dovranno rimandare l’anno di prova all’anno scolastico 2025/2026

Una disparità che divide i vincitori

La recente Nota MIM n. 202382 del 26 novembre 2024, relativa all’immissione in ruolo dei vincitori del concorso DDG 2575, ha acceso un forte dibattito tra i docenti coinvolti. Secondo la disposizione, i vincitori che al momento dell’assunzione non possiedono ancora l’abilitazione dovranno rimandare l’anno di prova all’anno scolastico 2025/2026, pur avendo conseguito tutti i requisiti entro le scadenze prorogate dalla stessa amministrazione. Questo ha generato un’inevitabile disparità di trattamento tra candidati che hanno partecipato allo stesso concorso e frequentato lo stesso percorso abilitante, evidenziando incoerenze normative che sollevano dubbi sul rispetto del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.

Il problema: disparità tra vincitori con gli stessi requisiti

La disposizione contenuta nella nota MIM specifica che i vincitori del concorso DDG 2575 privi di abilitazione al momento dell’assunzione potranno essere immessi in ruolo a tempo indeterminato solo dopo il conseguimento dell’abilitazione e dovranno rimandare l’anno di prova al 2025/2026. Questo nonostante le proroghe già previste:

  • Nota MIM n. 9171: estende la conclusione dei percorsi abilitanti a novembre/dicembre 2024.
  • DL 71/2024: consente l’immissione in ruolo fino al 31 dicembre 2024.

Questa situazione crea un paradosso:

  • I vincitori inseriti in graduatoria in ritardo o subentrati a seguito di rinunce possono beneficiare di un trattamento più favorevole rispetto ai primi classificati.
  • Chi ha rispettato i tempi di immissione in ruolo avviati dagli Uffici Scolastici Regionali (USR) è penalizzato con il rinvio dell’anno di prova di un intero anno scolastico.

Le conseguenze per i docenti penalizzati sono pesanti: un ulteriore anno di servizio nella sede assegnata, con il vincolo triennale già in essere, e un ritardo ingiustificato nell’attivazione del contratto a tempo indeterminato.

La normativa: un intreccio di proroghe e contraddizioni

Il quadro normativo che regola il concorso DDG 2575 è complesso e sembra aver generato sovrapposizioni e interpretazioni incoerenti:

  • L’articolo 13, comma 2, del D.lgs. 59/2017 stabilisce che “conseguita l’abilitazione, i docenti sono assunti a tempo indeterminato e sottoposti al periodo annuale di prova in servizio”.
  • Il DPCM 9 agosto 2023, articolo 14, prevedeva la conclusione dei percorsi abilitanti tra febbraio e maggio 2024, successivamente prorogata dalla Nota MIM n. 9171.
  • Il DL 71/2024 consente l’immissione in ruolo fino al 31 dicembre 2024, garantendo quindi ai vincitori il tempo necessario per completare i percorsi abilitanti.

Nonostante queste previsioni normative, la Nota MIM n. 202382 impone un trattamento diverso ai vincitori del concorso a seconda della data di dichiarazione dell’abilitazione, generando una disparità che non trova giustificazione normativa né logica.

Le voci dei docenti: “Parità di trattamento per tutti i vincitori”

I docenti coinvolti denunciano l’iniquità della situazione con una lettera indirizzata al MIM , in cui chiedono che tutti i vincitori del concorso DDG 2575, con abilitazione conseguita entro le scadenze previste, siano trattati equamente.

Un docente penalizzato racconta:

Ho seguito il percorso abilitante con impegno e ho rispettato tutte le scadenze. Ora mi trovo a dover aspettare un altro anno per iniziare l’anno di prova, mentre colleghi nelle stesse condizioni hanno già firmato il contratto a tempo indeterminato. È una situazione ingiusta e demotivante.

Il ruolo delle istituzioni e le richieste del personale scolastico

La situazione evidenzia un problema gestionale da parte del MIM, che dovrebbe intervenire per chiarire e uniformare le procedure, evitando che i ritardi nell’applicazione delle norme danneggino i docenti. Le richieste dei vincitori del concorso sono chiare:

  • Applicare il principio di parità di trattamento previsto dall’articolo 3 della Costituzione.
  • Garantire che tutti i vincitori che conseguono l’abilitazione entro dicembre 2024 possano iniziare l’anno di prova nel corrente anno scolastico.
  • Riconoscere l’impegno di chi ha rispettato le procedure e i tempi indicati dagli USR.

Anche le sigle sindacali si sono mosse per chiedere un intervento correttivo, sottolineando come questa situazione possa danneggiare ulteriormente un sistema scolastico già segnato da carenze strutturali e organizzative.

La disparità di trattamento evidenziata dai vincitori del concorso rappresenta un problema che va oltre il singolo caso, toccando i principi di uguaglianza e trasparenza su cui dovrebbe basarsi l’intero sistema di reclutamento scolastico. Se non verranno prese misure correttive, il rischio è quello di alimentare un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni scolastiche e di demotivare i docenti, pilastro fondamentale della scuola italiana. La soluzione non può che passare per un intervento tempestivo e coerente del MIM, che garantisca parità di trattamento e rispetto delle regole per tutti i vincitori del concorso.